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Amor sacro e amor profano

Cattedrale

GIOVEDI 28 SETTEMBRE 2017 ore 21:00

Alexander Zemlinsky Salmo 23, op.14; C.Orff: Catulli Carmina. 4 pianoforti, percussioni, soprano - tenore solisti, coro.
Coro del Teatro Petruzzelli - Soprano: Valentina Farcas - Tenore: Manuel Amati - m.o del Coro: Fabrizio Cassi - Direttore: Michele Nitti

Zemlinsky, autore stimato e protagonista del primo Novecento, affermatosi per la sua eccezionale competenza tecnica. Il Salmo XXIII op. 14 mette in evidenza una nostalgica ricerca di serena pace. Più che l’aspetto religioso del testo, l’autore fa risaltare un mondo pastorale, raccontato con calma e soavità. Il canto si chiude sul versetto “Il Signore è il mio pastore”, quasi mormorato dal coro, che riporta la musica ad uno stupore magico, vagando in un silenzio riposante.

A tutt’altra dimensione fa, invece, riferimento la concezione dell’amore rappresentata nei Catulli Carmina di Carl Orff. Questi Ludi Scenici costituiscono la seconda cantata dei Trionfi, il trittico che comprende i celebri Carmina Burana, il Trionfo di Afrodite e, appunto, i Catulli Carmina. Composti fra il 1940 e il 1943 e basati sui testi del poeta romano Catullo e dello stesso Orff nel Praelusio, i Catulli Carmina non conobbero mai un’ampia diffusione di pubblico nella società postbellica; ancora oggi figurano tra le opere meno eseguite di Orff. Introdotti da un memorabile esempio di eclettismo della scrittura orchestrale, quasi completamente percussiva e ispirata a Les Noces di Stravinskij, i Catulli Carmina sorprendono anche per la parte centrale dell’opera, destinata esclusivamente al coro a cappella, in imitazione del coro greco. Il racconto narra la vicenda amorosa tra Catullo e la bellissima ma infedele Lesbia (Clodia). L’esperienza amorosa viene descritta attraverso tre diverse fasi: l’eros e la lascivia, il foedus (il patto d’amore e di fedeltà) e infine il tradimento.

Preludio

Giovani uomini e giovani donne si dichiarano vicendevolmente il loro bramoso amore, finché un gruppo di vecchi li redarguisce, ammonendoli sul significato dell’amore e sulla stoltezza di chi crede possa essere eterno.

Actus I

Odi et amo (carme 85): la passione d’amore è anche radice di sofferenza Vivamus, mea Lesbia, atque amemus (carme 5): descrizione dell’amore spensierato e giocoso Ille mi par esse Deo videtur (carme 51): tema della gelosia e della sintomatologia dell’amore (afasìa) Caeli, Lesbia nostra, Lesbia illa (carme 58): violenta invettiva contro Lesbia, additata come prostituta Nulli se dicit mulier mea nubere malle (carme 70): tema del giuramento infranto e dell’infedeltà della donna

Actus II

Dormi, dormi ancora (in italiano): Lesbia rassicura Catullo sull’eternità del loro rapporto amoroso Iucundum, mea vita, mihi proponis amorem (carme 109): Catullo chiede agli Dei che Lesbia dica la verità Desine de quoquam quicquam bene velle mereri (carme 73): tema dell’amicizia e dell’ingratitudine dei vecchi amici

Actus III

Odi et amo (carme 85)
Amabo, mea dulcis Ipsitilla (carme 32): descrizione della lascivia. Si tratta di un cosiddetto “canto proibito” Ameana puella defututa (carme 41): tema dell’impertinenza della prostituta Miser Catulle, desinas ineptire (carme 8): Catullo con autocommiserazione e rabbia rimpiange la felicità perduta Nulla potest mulier tantum se dicere amatam (carme 87): Catullo rivendica con orgoglio la potenza del proprio amore, introducendo il tema del rispetto del patto d’amore

Exodium

I ragazzi e le ragazze della Praelusio si dichiarano nuovamente il loro amore, mentre i vecchi si dichiarano sconfitti.